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Raffaello è in quarantena

di Evelina Silvestroni


(Raffaello, Pala Baglioni, Deposizione, 1507)


“Quarantena” è sinonimo di “più tempo per ciò che amo”. “Casa, libri, auto, viaggi (per andare dalla provincia all’università), fogli di giornale” è stato scritto da Tiziano Ferro pensando chiaramente alla vita pienissima di un universitario. L’università è difficilmente conciliabile con il leggere un libro non relativo agli esami o il coltivare un hobby. Il desiderio di avere una vita sociale poi…meglio non parlarne. Perciò ho deciso di approfittarne per alternare allo studio tanti articoli sull’arte, podcast su musei italiani o internazionali e libri lasciati a metà.


“Sempre voglioso di migliorarsi, di imparare e di dare il meglio di sé, non si sentiva mai arrivato e sapeva che avrebbe potuto sempre apprendere qualcosa di nuovo.”

Attualmente l’argomento protagonista del mondo dell’arte è Raffaello Sanzio. Infatti, lo scorso 6 Aprile, storici dell’arte e, più in generale, amanti dell’arte hanno celebrato il cinquecentenario dalla morte (6 Aprile 1520) del pittore urbinate con numerosissimi contributi. Quel giorno, mentre saltavo da un apporto all’altro per indecisione (da vera bilancia) e per non perdermi neppure una notizia, ho iniziato a pensare: “Raffaello come riempirebbe le sue giornate se fosse in quarantena?”


Per rispondere a questa domanda occorre ripercorrere la sua breve, ma intensa vita. Nato ad Urbino nel 1483, a soli undici anni fu condotto dal padre a Perugia presso la bottega del celebre Pietro Perugino. Dopo aver interiorizzato la pittura serena e dolce del suo Maestro e quella di altri pittori come Pinturicchio e Signorelli, iniziò a comporre i suoi primi lavori ricchi di personalità nella Città di Castello. Le grandissime lode sui cartoni per Palazzo Vecchio di Leonardo e Michelangelo lo portarono poi a Firenze.


Il suo obiettivo era quello di apprendere l’arte di questi due pittori, il linguaggio del corpo o lo sfumato tipicamente leonardesco, e di farsi spazio nel mondo degli artisti. Non si può però banalizzare l’arte del Sanzio considerandola una copia dell’operato altrui. Egli cercava di capire profondamente l’arte di colore che lo circondavano, di interiorizzarla e poi di andare oltre attraverso il suo stile personale fatto di equilibrio, armonia e bellezza. Un altro esempio può essere tratto dai colori brillanti di Fra’ Bartolomeo, presenti ad esempio nella “Madonna della seggiola”.


Tuttavia, nessun’opera di quel tempo possiede la delicatezza delle figure dei suoi quadri e la naturalezza delle sue forme, le quali ben nascondono la frenesia di volersi continuamente mettere alla prova e la sete inappagabile di conoscenza. Perciò si può affermare che l’apprendimento iniziò per l’artista fin da giovanissimo e che terminò solo con la sua morte. La sua ambizione lo portava a non accontentarsi mai. Avrebbe potuto ripetere centinaia di volte le sue forme iniziali per cui era stato amato e pagato notevolmente, ma ciò non gli bastava.


Quindi, com’è il Raffaello di Aprile 2020? Senza dubbio un uomo indaffaratissimo. Lo immagino innanzitutto alle prese con le migliori piattaforme per fare delle videochat con i suoi allievi. Il Maestro si occupa dei disegni confrontandosi soprattutto con Giulio Romano, Giovanni da Udine, Giovan Francesco Penni. I discepoli si scambiano idee, consigli e creano delle bozze per le numerosissime committenze. Almeno due volte a settimana Raffaello organizza delle dirette Instagram in cui propone delle lezioni di pittura intitolate “Imparare a dipingere in palette” per artisti alle prime armi.


Poi testa ciò che hanno appreso mettendo nelle stories dei quiz su quale abito sia in palette per le donzelle more o per quelle bionde. Da qualche mese ha infatti concluso un corso professionale sul trend Ig del momento: l’armocromia. Instagram gli piace moltissimo e ha tantissimi followers che lo apprezzano. Ogni giorno quell’invidioso di Michelangelo gli manda un direct in cui lo accusa di aver comprato i seguaci e Raffaello, per evitare lo scontro, visualizza e non risponde.


Il Sanzio è curioso e cerca di seguire più dirette possibili, come ad esempio quelle di #Polissenainpentola, perché purtroppo non può correre in continuazione dalle sue numerose amanti per i peccati della carne e della gola. Questa cosa di non poter vedere alcuna donna per giorni è quella che gli brucia di più. Ci prova ad essere positivo e a fare del suo meglio in ogni campo, addirittura ripetendo due volte al giorno gli esercizi di yoga di #Girolamohealthy, ma i pensieri amorosi proprio non gli danno pace.


Raffaello dunque era un tempo e sarebbe stato oggi un uomo da cui prendere ispirazione. Sempre voglioso di migliorarsi, di imparare e di dare il meglio di sé, non si sentiva mai arrivato e sapeva che avrebbe potuto sempre apprendere qualcosa di nuovo. Non dovremmo conoscerlo soltanto per le sue magnifiche opere d’arte, ma anche e, soprattutto, per le sue esemplari curiosità e voglia di non fermarsi.





(In foto, Raffaello, Madonna Sistina, 1513-14)

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